Articoli
Jeep

Scopriamo la straordinaria Jeep CJ-7, nota agli appassionati per il suo allestimento più diffuso, "Renegade" appunto, oggi usato come nome commerciale di un piccolo suv prodotto dalla stessa casa

La Jeep CJ-7 nasce nel 1976 come erede della CJ-5. Rispetto alla progenitrice, diretta discendente della versione militare “M38A1”, è distinguibile a prima vista per il taglio della porta e il “passo” più lungo di 25 centimetri. La CJ-7 consentì un profondo aggiornamento della meccanica che portò all'introduzione della lussuosa versione “Laredo” che si andava ad affiancare al celebre allestimento “Renegade”. A questi si aggiunse più avanti il pacchetto “Golden Eagle” contraddistinto dalla famosa aquila d’oro sul cofano e da altri particolari estetici e dotazioni che ne fanno la versione più bella e più ricercata dagli appassionati. Il frontale della CJ-7 era con la classica calandra frontale a feritoie verticali famosa in tutta il mondo e brevettata come “Jeep grille” (e del resto lo stesso nome “Jeep” è diventato nel linguaggio comune un modo per definire tutti i veicoli fuoristrada).

Il passo più lungo non influì minimamente sulle prestazioni “fuoristradistiche” e stradali, che al contrario risultarono migliorate in maniera sensibile. Da notare che la CJ-7, pur essendo più lunga della CJ-5, è pur sempre una Jeep “a passo corto”: esistevano anche delle versioni a “vero” passo lungo sia della CJ-5 che della CJ-7, denominate rispettivamente “CJ-6” e “CJ-8 Scrambler”, che erano dei piccoli “pick-up” a forma di Jeep, con la parte posteriore utilizzabile come cassone. Le motorizzazioni più note erano un sei cilindri 4,2L (110CV) e un V8 5,0L (150 CV). Fu anche prodotta una versione con motore diesel Isuzu aspirato 2,4L, molto diffusa sul mercato europeo e italiano. Per quanto riguarda invece i cambi erano automatici a 3 marce (per la prima volta fu installato il cambio automatico e la trasmissione "Quadratrac" a trazione integrale permanente con differenziale centrale bloccabile) oppure manuali a 3 o 4 marce (4 marce solo dal 1980 in poi). Sul diesel era disponibile solo il cambio manuale. Ovviamente tutte le Jeep CJ sono dotate di trazione integrale (part-time o full-time) con riduttore, mentre le sospensioni sono a ponti rigidi con balestre e ammortizzatori idraulici e il telaio è a longheroni e traverse di tipo portante con carrozzeria imbullonata sopra. Importante sottolineare anche che le CJ-7 prodotte a partire dal 1982 hanno i ponti più larghi rispetto alle precedenti versioni, quindi beneficiano di una carreggiata più larga con conseguente migliore stabilità ed estetica più “imponente” rispetto alle versioni “a ponti stretti”.

La serie delle CJ ha raggiunto l'apice qualitativo e tecnico della propria storia con l'introduzione della CJ-7. Pacchetto ben bilanciato, la “7” offre tutti i vantaggi e la forza delle altre CJ, ma con un maggior comfort e più sicurezza. La maggior lunghezza rendeva la macchina più maneggevole. La CJ-7 offriva un tettuccio rimovibile in plastica e porte metalliche con finestrini a scorrimento. In seguito la CJ fu fornita anche di freni a disco anteriori ed aria condizionata su alcune versioni. Tutte erano già fornite di un sistema di riscaldamento.

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO